italodisco

L’italodisco il genere tutto made in Italy

L’italodisco il genere tutto made in Italy

C’era una volta l’italodisco, in Italia una nuovo genere stava per nascere, direttamente dai vecchi sound e vecchie visioni della disco americana, funky, african music e uso di sintetizzatori Moog. Era una musica frizzantina melodica, forse un pò “barocca” dato che le melodie venivano arricchite spesso con l’uso dei sequencer e di vari mix di vari stili di fine anni 70′, dando quell’atmosfera calda, con quelle luci soffuse viola e la tanta voglia di ballare nelle disco nella riviera Romagnola in quegli anni.
Da tenere conto che in Italia queste particolari produzioni non erano molto amate, in teoria venivano ascoltate e ballate ma questo genere non aveva un nome ben preciso, inoltre aveva più successo In Europa per la precisione divenne uno stile di punta in Germania,Francia e Spagna.
Il nostro bel paese ha creato un nuovo stile e trend senza nemmeno dargli un nome cavalcando la scia e le onde tra la disco,new wave e il new romantic con un pò di glam rock di origine britannica.

Ora adesso ci chiediamo perché si chiama Italodisco?

Bernhard Mikulski celebre produttore discografico tedesco e capo della casa discografica ZXY definì tutte le canzoni di genere disco che venivano prodotte esclusivamente sul suolo italiano, in Germania e Spagna già avevano molto successo e già occupavano le console dei più famosi clubs dove pregustavano le nostre produzioni musicali.

Gli inizi dal 74′ agli anni 80′

La prima canzone di filone Italodisco che ha riscosso molto successo, scalando dalla sedicesima posizione alla seconda è “Nessuno mai” cantata da Marcella Bella Scritta a quattro mani da un big della musica nostrana, Giancarlo Bigazzi e il fratello della interpete Gianni Bella, la canzone ebbe molto più successo nei paesi anglofoni e in Scandinavia come Danimarca, Svezia e Olanda ottima notizia visto che erano paesi sotto l’influenza dell’URSS e quindi non liberi e aperti ma pronti ad ascoltare L’italia dove nasce il mito “Italiani brava gente”. La canzone divenne famosa in Germania tanto da essere reinterpetata dai Boney M nel 1976 con il titolo “Take The Heat Off Me”.

Da qui parte un escalation di successo per l’italodisco, nello stesso anno di “Nessuno mai” Raffaella Carrà gli ruberà la scena con il singolo “Rumore” venderà 10 milioni di copie in tutto il mondo e nel 76′ un pezzo che conoscono ormai tutti anche i muri la ballano rivisitato anche da Bob Sinclair nel 2011 “A Far l’amore comincia tu” scritto da Cristiano Malgioglio, tradotto perfino in varie lingue del mondo, eccelle l’interpretazione in lingua spagnola.
L’anno seguente ci furono una tantissimi artisti che iniziarono ad approcciare alla disco, nel 77′ un ragazzotto di Napoli con capelli a caschetto e baffi lunghi diventa famoso con uno dei pezzi disco cantato esclusivamente in italiano senza l’inglese. Eh si parliamo di “Figli delle stelle” del mitico Alan Sorrenti, nelle classifiche arriva alla prima posizione per due settimane di fila spodestando il singolo più famoso di Anna Oxa, “Un emozione da poco”, soltanto i Bee Gees con “Stayn’alive” riuscirono a superare il suo pezzo ormai suo cavallo di battaglia.

Non possiamo non citare una delle interpreti italiani più psichedeliche di sempre che ancora ci da dentro creando sempre un suond fresco e perfetto per ballare in qualunque occasione.
Se non avete capito di chi si tratta e allora vi cito “Splendido splendente” e da qui iniziate capire di chi parlo.
Donatella Rettore grazie a questo singolo arrangiato da Pinuccio Pirazzoli con la partecipazione di Tullio de Piscopo come batterista, divenne famosissima in Italia e non solo. Con questo pezzo introduce in modo velato,anticipando il tema della chirurgia estetica e della completa ossessione per l’immagine di se e dell’ identità non binarie, pensate che arte introdurre un argomento che ancora oggi si discute,ci si batte con violenza o meno e lei che ne ha parlato con questa canzone già 50 anni fa!. La Rettore rincara la dose di proteste con l’uscita del singolo “Kobra” con tante citazioni a sfondo sessuale ottenendo non solo per la scelta artistica di interpretare il brano ma a vincere anche il Festival di Sanremo per la categoria donne.

Non possiamo non citare una delle interpreti italiani più psichedeliche di sempre che ancora ci da dentro creando sempre un suond fresco e perfetto per ballare in qualunque occasione.
Se non avete capito di chi si tratta e allora vi cito “Splendido splendente” e da qui iniziate capire di chi parlo.
Donatella Rettore grazie a questo singolo arrangiato da Pinuccio Pirazzoli con la partecipazione di Tullio de Piscopo come batterista, divenne famosissima in Italia e non solo. Con questo pezzo introduce in modo velato, anticipando il tema della chirurgia estetica e della completa ossessione per l’immagine di se e dell’ identità non binarie, pensate che arte introdurre un argomento che ancora oggi si discute,ci si batte con violenza o meno e lei che ne ha parlato con questa canzone già 50 anni fa!. La Rettore rincara la dose di proteste con l’uscita del singolo “Kobra” con tante citazioni a sfondo sessuale ottenendo non solo per la scelta artistica di interpretare il brano ma a vincere anche il Festival di Sanremo per la categoria donne.

Per chi conosce il genere discomusic italiano di certo non possiamo tralasciare Virginia Maria Minetti con il nome d’arte Viola Valentino conosciuta come ex modella ma sfruttando la sua immagine volle diventare una cantante di successo, cosi grazie alla conoscenza degli arrangiatori Renato Brioschi e Cristiano Minellono e il produttore della casa discografica Paradiso Giancarlo Lucariello dato in dono dal primo marito Riccardo Fogli, pubblica il singolo “Comprami” con la sua voce sensuale e suadente. Anche lei come la Rettore venne inondata di critiche visto che il testo del singolo parla di una donna che si “vende” ma il 45 giri fa il giro del mondo è divenne un cult in tutta Europa, con più 25 mila (solo in Italia) di dischi venduti insieme al singolo “California” guadagnando li primo posto in classifica insieme ad “Angelo Azzurro” di Umberto Balsamo.

Seguendo il filone “Zerofobia” nacquero i veri pionieri artistici che trasformarono la disco italiana, gli Easy Going formati da due Dj Claudio Simonetti e Giancarlo Meo, questo nome dato in prestito dal locale abituale dove loro suonavano ogni fine settimana, Easy Going si trovava a pochi passi da Piazza Barberini a Roma e da li che si riuniva la migliore scena underground e gay del tempo.
Simonetti e Meo produssero la prima Hit “Baby I Love You“, pezzo sfolgorante usato come pezzo d’apertura della pista da ballo, alcune turniste davano voci alle loro canzoni come la famosa Ivana Spagna e Tiziana Rivale, se ascoltate bene il pezzo citato e il loro secondo capolavoro “Fear” pubblicato nel 79′ vi accorgerete che lo stile ricalcato è un po’ classic disco e un po’ attinto dal maestro Moroder.

Interpretazione diversa da Simonetti e Meo fu sicuramente Giampiero Scalamogna in arte Gepy & Gepy famoso come arrangiatore di testi insieme a Venditti e Ricchi e Poveri, ma solo un brano lo rese riconosciuto come cantante, il singolo “Body To Body” pubblicato nel 79′ divenne un pezzo pregiato, venne usato come sigla dal programma musicale “Discoring” dal 79′ al 80′.

Anche Alberto Anelli incide alcuni 45 giri con il nome d’arte “El Tigre” seguendo il filone disco made in Italy, ottenendo un successo strepitoso con “Baby” e “Op eh op“.
Ma a portare la bandiera dell’ italodisco sono stati i fratelli La Bionda, sfornarono successi internazionali come “Disco Bass” e “1-2-3 Gimme Some More” e “Hootchie Cootchie” , sotto il nome D.D Sound e poi usando il loro vero cognome “One for you, One for me“, Carmelo e Michelangelo La Bionda diventarono i futuri produttori di Amanda Lear portandola al successo universale.
Stesso anno ma con un cantante diverso con capelli lunghi tra un biondo e un rosso ramato autore di tante canzoni italiane scritte insieme a Bigazzi ma molti temi “nosense” e canzonette d’amore, Il mitico Umberto Tozzi pubblica il singolo “Tu” e l’anno seguente con “Gloria” occupando il primo posto in Europa spopolando in Germania,Francia e il paese oltre la manica, Laura Branigan cantante britannica nel 1983 fa conoscere “Gloria” anche in America grazie ad una sua reinterpretazione in lingua inglese.

Gli anni 80′ è la trasformazione musicale del genere italodisco

In America dopo quel funesto 12 luglio del 79 al Cosmey Park di Chicago il genere disco si estinse poco dopo, In Italia l’italodisco divenne un marchio distintivo, anche se non seguiva più la base musicale della disco americana. Con l’arrivo della new wave, e del new romantic molti artisti italiani iniziarono a sperimentare un sound tutto nuovo, la chiave vincente è stato mescolare ciò che rimaneva della disco, la new wave e per finire la new romantic. il sintetizzatore Moog sarà la base dei nuovi progetti musicali, artisti di lunga data ma sopratutto tante meteore che sono esplose in questo decennio per poi sparire per sempre dalle scena musicale.

In America dopo quel funesto 12 luglio del 79 al Cosmey Park di Chicago il genere disco si estinse poco dopo, In Italia l’italodisco divenne un marchio distintivo, anche se non seguiva più la base musicale della disco americana. Con l’arrivo della new wave, e del new romantic molti artisti italiani iniziarono a sperimentare un sound tutto nuovo, la chiave vincente è stato mescolare ciò che rimaneva della disco, e la nuova onda musicale che arrivò dalla Gran Bretagna. il sintetizzatore Moog sarà la base dei nuovi progetti musicali, artisti di lunga data ma sopratutto tante meteore che sono esplose in questo decennio per poi sparire per sempre dalle scena musicale.

Partiamo dalle meteore che hanno dato un bel contributo a questo fenomeno musicale, al primo posto ci sono i fratelli d’arte Johnson e Micheal Righeira (Stefano Righi e Stefano Rota) sono stati i migliori a creare dei veri e propri tormentoni estivi, ed erano considerati come i cantanti reggeton di oggi ma in chiave prettamente italica. Il primo singolo del duo scritto da loro ballata in tutte le discoteche delle coste italiane è stato “Vamos a la playa” scritto da loro e composto da niente di meno da Carmelo La Bionda nel 1983. Pensate che proprio i Righeira hanno creato “Il tormentone estivo”, il famoso testo che recita “Vamos a la playa” seguito dal ritmiche ma ossessive parole ” oh oh oh oh” questa caratteristica diede la nascita del neologismo e della parola “Tormentone” come dichiarò il dizionario Zanichelli nel 1983, inoltre il pezzo diventò famoso persino in Spagna tanto da tradurlo nella lingua spagnola arrivando primi sia nel belpaese sia nel territorio ispanico.
Nello stesso anno ci riprovano pubblicando “Non Tengo Dinero” e fanno centro anche questa volta sempre in doppia versione italiano e spagnolo ricalcando l’onda di successo avuto in precedenza. Infine l’ultimo loro successo si conclude con “L’estate sta finendo” tormentone che non è mai morto nemmeno oggi, si può dire che questo singolo rimane immortale per sempre.
I Righeira hanno fatto molto altro ma parlerò di loro e del testo della prima canzone in un altro articolo.

Adesso è il turno di Luis Belmonte, conosciuto in Italia e all’estero con il nome d’arte di Gary Low, uomo appassionato di musica fin da piccolo, vedeva il padre esibirsi come musicista ed appena 6 anni si propose come cantante.
Nel 1982 entra in contatto con Pierluigi Giombini e Paul Micioni che avevano già una serie di artisti italodisco per cui produrre e scrivere ma Gary dimostra la stoffa per entrare nelle grazie di questo stile musicale degno di nota.
Cosi Giombini e Micioni per la casa discografica CAT Records sfornano un singolo fatto su misura per lui “You are A Danger“, scala le classifiche dance in Europa e si piazza al settantaduesimo posto nella Disco top 80 di Billboard, altro pezzo famoso in Italia e in Spagna fu “I Want you” uscito nel ’83 divenne un pezzo importante molto più all’estero che in patria, tanto chè il Sig. Low conquista il disco di platino in Giappone e in Messico per il successo che ha avuto con l’album uscito nel 1984 “la colegiala”.

Nella squadra di Giombini & co. abbiamo altre figure interessanti, anche perché hanno avuto più clamore in patria che negli altri paesi.
Pezzo da 80 carati facente parte della squadra fu Paul Mazzolini in arte Gazebo. Nel 82′ i produttori arrangiano e compongono un pezzo che apre le danze ad una nuova visione futuristica del nostro paese, appunto un vero “Masterpiece“. Ma soltanto nel 1983 che divenne realmente noto,con il singolo “I Like Chopin” riesce a scalare alle classifiche diventato primo per un mese in Italia, Svizzera, Germania, Austria e Giappone. Lavora ancora oggi ma sicuramente non è più la stella che brillava come un tempo.

Altra perla che durò poco fu Ryan Paris vero nome Fabio Roscioli, raggiunse in poco tempo tutte le classifiche in Europa e nei paesi oltreoceano con il singolo “Dolce Vita” e fu cosi che il 1983 divenne un anno mistico dal carattere dolce e pieno d’amore, riesce persino a farsi invitare due volte nel programma inglese “Top of The Pops”, uscii anche “Fall in Love” nel 84 che ebbe successo ma mai come il singolo precedente.

Star importante da tenere in mente Mike Francis vero nome Francesco Puccioni diventato famoso sempre grazie a Micioni, con il singolo “Survivor” del 1984 riuscendo a vendere oltre 8 milioni di copie vendute diventando il quattordicesimo pezzo più venduto dell’anno e non solo, arriva alla quinta posizione della HitParade in Italia. Fancis oltre a cantare e anche un bravo scrittore, affidando un suo pezzo “Friends” alla cantante americana famosa per la disco Amii Stewart raggiungendo il primo posto negli USA e anche un buon successo all’estero tanto che faranno anche una tournè in Italia insieme con il singolo “Togheter” scritto da Mike.
Finito la squadra Micioni e Giombini passiamo ad alcuni cantanti che hanno fatto la storia del genere italo alcuni lavorano dietro le quinte altri invece sono spariti dalla circolazione.

Dalla categoria “Chi l’ha visto?” c’è sicuramente il mantovano Ken Laszlo che nel 85′ compone esattamente 4 canzoni “Tonight”, “Don’t Cry”, “1.2.3.4.5.6.7.8”, e “Glasses Man” ma la più famosa “Hey Hey Guy“. Poi ninete sparisce semplicemente di scena se non qualche sporadico album house nei primi anni 2000.
Divo che ha fatto l’italodisco la sua fortuna, è stato Stefano Zandri, con il progetto “Den Harrow“, grazie al suo fisico scolpito e sguardo di “Apollo” moderno insieme alla voce del cantante americano Tom Hooker sfornano pezzi famosi in tutta Europa come “Future Brain” del 1984, “A Taste Of Love” uscito nel 1983
E il tormentone che conquistò tutta Europa con il singolo “Catch the Fox” pubblicato nel 1986 singolo dell’album “Overpower“.

Altro progetto musicale molto popolare che portò l’italodisco sulla cresta dell’onda fu “Baltimora”, creato da Maurizio Bassi e Naimy Hackett autori e arrangiatori dei brani. Bassi cercava un nuovo sound attraente ed energico che poteva sfondare le classifiche, creare un nuovo tipo di italodisco, e cosi fu grazie ad alcune selezioni scoprirono il cantante irlandese Jimmy McShane, con la sua voce trasformò “Tarzan Boy” un tormentone di successo che scavalcò le classifiche d’oltreoceano diventando anche il jungle commerciale di alcune lustre aziende come l’Acqua Fiuggi del 1988 è la pubblicità Listerine alla fine degli anni 80′ e Coca-cola nei primi del 2000.

Artista geniale e folle come lo descrive Mogol, fu Giuseppe Chierchia conosciuto da tutti come Pino D’Angio. Per guadagnare i soldi e pagarsi gli studi di Medicina decise di esibirsi in vari locali notturni, in uno di questi fa la consueta conoscenza di Ezio Leoni grande produttore discografico che lo lancia con due pezzi che ebbero successo sia In Italia ma ancora di più nella penisola Iberica, con “È libero, scusi?” e “Ma quale idea” pubblicato nel 1980 vendendo quasi 3 milioni di copie in Italia e 12 nel mondo.
Con questi due pezzi di successo riesce a vincere numerosi premi come la “Gondola D’Argento” alla mostra internazionale di Musica Leggera a Venezia. Dagli anni 90′ in poi rimane a lavorare dietro alle quinte alla RAI scrivendo programmi televisivi, o testi di canzoni per altri cantanti insieme a Mogol, ah inoltre D’Angio insieme al DJ e producer Bruno Sanchioni creano il primo singolo di musica Trance a livello globale “The Age of Love“, si può dire che stato anche un inventore di un genere che ha voltato pagina nel decennio successivo.

Non posso tralasciare uno dei più grandi collaboratori di Umberto Tozzi, e dell’autore Giancarlo Bigazzi ,il mitico Raf con il suo singolo “Self Control” del 1983 si farà subito strada anche in America grazie a Laura Branigan che la riporta in auge sia in tutta Europa, inoltre si fa conoscere bene anche come autore scrivendo e vincendo a Sanremo 1987 come scrittore del brano “Si può dare di più” cantata dal trittico Ruggiero-Morandi-Tozzi.
Raf scrisse “cosa resterà degli anni 80‘” un brano futuristico all’epoca, poche cose ci hanno lasciato, e una di queste è sicuramente l’italodisco, li possiamo ancora ancora ascoltare sotto forma di balli d’animazione estivi come “Maracaibo” di Lu Colombo oppure “Tropicana” rilasciato da Gruppo Italiano.

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